Storia

domenica 15 marzo 2015

TROPOS

EVOLUZIONE DELLA POLITICA






COGNOME E NOME
Calciano Francesco Paolo 
E-MAIL
paolocalciano@alice.it 
LOCALITA'
Grassano (MT) 
OGGETTO'
considerazioni \"Democrazia bloccata\" 
CONTENUTO
Democrazia bloccata. Legge anticorruzione, falso in bilancio, scudo fiscale, condono fiscale, prescrizione reati fiscali. Chi più ne ha ne metta. Non dovrebbe esserci un vantaggio per chi ha evaso in Italia, poi rientra e patteggia. Dovrebbe pagare il dovuto con una multa. Non dovrebbe esserci prescrizione per i reati fiscali, finanziari, contro la pubblica amministrazione. Non è etico, non è corretto. In gioco i diritti di tutti i cittadini vittime di chi ha commesso questi reati. Mentre in questo Paese parole come Patrimoniale sono tabù, così come tabù è il prelievo di chi gode di “pensioni d’oro”, che andrebbero riequilibrate con periodici prelievi e con il blocco assoluto dell’indicizzazione, si può pensare a mettere un altro balzello “democratico” l’IMU sugli appezzamenti di terreno, anche per chi ha ereditato un piccolo appezzamento. Si pensa al condono fiscale, al 3% per garantire ancor di più i grandi evasori. Colpire nel mucchio grande è semplice, comodo, colpisce tutti. Non è questa la democrazia. Continuiamo a non capire, come semplici cittadini, queste politiche che tolgono diritti. Non si riesce a capire perché i reati finanziari non diventino di tipo penale, altro che prevedere clausole e misure di tutela. L’evasione, la corruzione insieme alla lotta alla delinquenza organizzata dovrebbe rappresentare la base centrale di una lotta senza quartiere dello Stato per il ripristino della legalità democratica e per far quadrare i conti economici. La Corte dei Conti rinnova annualmente il suo appello su questi temi. Inascoltata. Un passaggio del discorso inaugurale dell’anno giudiziario della Corte dei Conti da parte del suo Presidente, dovrebbe togliere il sonno ai nostri governanti e indurli a misure draconiane verso gli evasori, i corruttori, la delinquenza organizzata “il pericolo più serio per la collettività è una rassegnata assuefazione al malaffare, visto come un male senza rimedio”. Occorre parlare nelle piazze d’Italia , nelle università, davanti ai Palazzi del potere nello stesso giorno con un linguaggio semplice e chiedere con forza un’inversione di rotta sui temi della contribuzione proporzionale alle casse dello Stato, sui temi del lavoro, della ricerca, della scuola, dell’innovazione, della sanità, dell’assistenza, sulla parità di genere, sulla difesa dei dettati costituzionali in tema di scuola, sanità, lavoro. E’ tempo di un’inversione profonda delle politiche sociali portate avanti sin d’ora. Occorre aprire un fronte parlamentare, un fronte propositivo su questi temi e contestualmente portare questi temi a contatto con i cittadini, onde evitare che sia solo una certa demagogia a far presa oggi, quella che attacca tutto e tutti, che si nasconde dietro gli ultimi, i migranti, paventando la perdita di lesa maestà per gli autoctoni. Questo trova oggi ascolto, è possibile perché i cittadini sono stanchi, sfiduciati, arrabbiati. Occorre fornire punti di riferimento diversi, chi ari, proposte essenziali e determinare una mobilizzazione pacifica e costante su questi temi a iniziare dalla moralizzazione della politica. Non ci vuole poi molto. Potrebbero esserci oggi le condizioni politiche per un’inversione di rotta, per eliminare riforme antidemocratiche, quale quella che prevede un Parlamento in gran parte di nominati, una lotta dura sui temi fiscali, sulla corruzione, sulla delinquenza organizzata, sul conflitto d’interesse, tendendo all’equità fiscale e dei diritti dei cittadini, partendo dalla protezione delle fasce più deboli. Occorre rivedere l’architettura dello Stato, eliminando le duplicazioni. Se il bicameralismo è un peso, allora occorre eliminare il Senato e non creare il Senato dei nominati. Se il decentramento ha creato delle pecche, occorre eliminare le Province e discutere sul ruolo delle Regioni. Si dice sempre che la politica deve essere una casa di vetro. Il problema è che si utilizzano da noi quei materiali che non permetton o assolutamente di vedere dentro quel che accade. Viviamo in un Paese che non vuole eliminare privilegi, si nasconde dietro la demagogia per non affrontare i nodi irrisolti di una corretta dialettica sociale, culturale prima ancora che politica.