Storia

domenica 30 novembre 2014

CRONACA DI UNA SETTIMANA SULLA NOMINA DEL NUOVO ARCIVESCOVO

Giovedì 27 Novembre 2014, sulle pagine della Gazzetta di Basilicata, è riportato un articolo a firma di Alessandro Boccia dal titolo: " La Diocesi senza vescovo da un anno, lancia un appello a Papa Francesco". La storia è nota: è in gioco l' Arcidiocesi di Acerenza, la più antica ed estesa della Basilicata e una delle più antiche dell'Italia meridionale. Anche qui, è riportato " l'accorato appello a Papa Francesco" affinchè nomini il nuovo Arcivescovo, dando così seguito alla raccolta di firme realizzata di recente ed ora pronte ad essere spedite. Il Comitato Civico, che è composto da fedeli, associazioni, partiti, sindacati, ha condiviso per venerdì 28 novembre un incontro con il Presidente della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi, e con i Sindaci di tutti i comuni della Arcidiocesi che qui ricordiamo: Laurenzana, Cancellara, Calvello, Genzano di Lucania, Oppido Lucano, Anzi, Pietrpertosa, Pietragalla, Palazzo San Gervasio, San Chirico Nuovo, Tolve, Brindisi di Montagna, Trivigno, e Vaglio di Basilicata. Nella missiva che sarà inviata anche al Cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione dei vescovi, e a mons. Giovanni Angelo Becciu, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato, è stato chiesto che non venga cancellata l' Arcidiocesi di Acerenza.

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Il Tg3 Basilicata delle ore 14,00, (dopo aver dato per certo, qualche settimana fa," l'accorpamento alla diocesi di Tricarico"), con un servizio curato da Edmondo Soave, ignorando completamente l'iniziativa dei cittadini e di tutte le associazioni ed amministrazioni coinvolte, faceva da contraltare riportando i versi che vi riassumo: " in ambito ecclesiale bocche cucite .... ma il - segreto - gira sulle bocche tra preti, ognuno citando diverse fonti romane sulla riforma delle diocesi che questa volta, potrebbe partire veramente, a iniziare da Acerenza, sede vacante da quasi un anno....". Poi continua: " nessuna soppressione nè accorpamento, sarebbe troppo, ma una unione in - persone episcopi - ovvero lo stesso Vescovo per due diocesi sull'esempio di Muro Lucano ". Ed ancora: " il desiderio di Papa Francesco è quello di ridurre il numero delle diocesi e quella di Acerenza che vanta un glorioso passato può contare su una popolazione di appena 40.000 abitanti dispersi in 17 paesi polvere, con un presbiterio di una quarantina di preti. L'occasione potrebbe essere la nomina del nuovo vescovo di Potenza per i raggiuti limiti di età da parte di mons. Superbo e quindi il successore potrebbe assumere la guida delle due diocesi. Conclude il servizio con queste parole: " una riforma perfettamente identica a quella ipotizzata fu tentata già nel 1966, quando mons. Ursi era stato nominato coadiutore successore del patriarca Bertazzoni, mantenendo contemporaneamente la diocesi di Acerenza, sulla carta una operazione perfetta, in concreto un clamoroso flop. Ma da allora è passato troppo tempo ed insieme ad una consapevolezza maggiore è cresciuta forse una sostanziale stanchezza".

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Venerdì 28 Novembre alle ore 15.30, si è tenuto (come già detto) presso la sede della Provincia di Potenza, un incontro tra il Comitato Civico " pro vescovo " della diocesi di Acerenza e i sindaci della stessa, alla presenza del Presidente della Provincia Nicola Valluzzi. Il Comitato Civico ha sottoposto ai presenti un documento già condiviso dalle associazioni acheruntine e ha per oggetto, l'intento di "non cancellare per una logica di numeri, una storia millenaria come quella della nostra diocesi".

domenica 23 novembre 2014

L'EMERGENZA E' CONTINUA. LECCEZIONALITA' E L'IMPREVEDIBILITA' ORMAI LA NORMA


Tratto da "Oggi" del 21 Novembre 2014
di Francesco Paolo Calciano

L’emergenza continua. Cercasi POLITICA. Disastri ambientali si susseguono periodicamente. La risposta è spesso una: task force, siamo amanti delle terminologie estere, commissioni, commissari, esperti, super esperti, indagini e via discorrendo. Si creano organismi per l’emergenza, poi nei momenti cruciali spesso si vedono solo i giovani e i cittadini animati da tanta buona volontà. Trovare il responsabile è un artificio che rende perplessi chi attende di sapere qualcosa. Il responsabile è di solito indefinito: l’eccezionalità dell’evento, l’imprevedibilità, oggi anche la burocrazia. Si vive in un periodo di vacche molto magre per alcuni, soliti noti. I dati parlano di un Paese fermo dal 2011. Le risorse finanziarie non ci sono per la prevenzione, per una messa in sicurezza di un territorio particolare, che è divenuto molto a rischio per scelte degli uomini non dell’indefinito, quale la cementificazione selvaggia e senza regole, la non manutenzione di fiumi, torrenti, argini, spiagge e via discorrendo, la particolarità di terreni che necessitano d’interventi sostanziosi per non franare. Indispensabile una politica della tutela del territorio dell’intero Pese, con una programmazione che guardi al futuro, iniziando dalle tante criticità. Questo è il campo della politica, o dovrebbe essere. Guardare non solo al presente, ma al futuro per dare tranquillità e certezze ai cittadini. Un’opera di questo genere darebbe tra l’altro LAVORO, OCCUPAZIONE immediata a tanti, dai ricercatori agli operai favorirebbe l’economia del Pese, darebbe risposte, pur parziali ad artigiani e piccole industrie. Il ritornello, o per dirla con il loro linguaggio, il refrain è il solito, non ci sono risorse da investire nella prevenzione e nella gestione oculata del territorio. Traduzione forse semplice, banale per noi comuni mortali che apparteniamo al mondo delle persone sempliciotte, che ci chiediamo: non si può investire, programmare per evitare che gli eventi accadano, e quando sono accaduti, la cronaca di questi giorni non ammette commenti, allora si devono necessariamente trovare le risorse per la “somma urgenza”, per l’emergenza, anche seguendo procedure che lo stato d’urgenza richiede. Si spendono risorse per tamponare la falla, ma il problema resta. In attesa del nuovo evento. Ora qualcuno potrà pensare. La descrizione fatta ci porta a un racconto kafkiano, surreale. Non può essere quello che accade nel “belpaese”, in Italia. Sarà solo un racconto via. Non può assolutamente essere che un Paese civile, moderno, europeo, un Paese che vanta tanto dal punto di vista paesaggistico, ambientale. Un Paese che deve far riferimento a questi temi, a questi aspetti, far credere che questo Paese che deve vivere anche di turismo, ambiente, paesaggi, ebbene non tuteli i suoi luoghi (Pompei insegna), il suo territorio (la mappa dei disastri e dal Nord al Sud, isole comprese). Non può essere. Quello che mostra la cronaca è forse solo un reality. E’ mostrare quello che accade laddove ci s’improvvisa nella gestione della “res pubblica”, dove non c’è una cultura della prevenzione, della programmazione, dove non si riesce a vedere di là dal proprio naso! Adolescenti, giovani, ragazzi, ragazze, cittadini comuni a spalare. Giovani a ripulire anche i luoghi della cultura, oggi come ieri a Firenze, come sempre per quel che attiene al loro essere. Dovrebbero i rappresentanti politici dal centro fino alla periferia non fare passerelle e dire ritualità, ma rimboccarsi le maniche accanto ai cittadini, per “vivere in prima persona” una quotidianità che è lontana mille miglia da un certo modus vivendi, per capire, vedere, ascoltare, quello che accade, rendersi conto con i propri sensi di una realtà che richiede una forte presa di coscienza e di misure conseguenti. Occorre trovare forse altri attori. Il racconto dei modi decisionali che avviene da decenni da noi non va, non è una buona rappresentazione. Occorre cambiare compagnia, attori, sceneggiatori. Non solo. Basta con la pletora e la moltiplicazione degli interventi legislativi, normativi, delle leggi, delle circolari e via discorrendo. Non è la quantità della produzione, ma la qualità da una parte, la semplificazione dall’altra e la certezza. Guardiamo umilmente ai Paesi che su questo possono essere un punto di riferimento.

LO "SCIOPERO"

Lo sciopero degli anni sessanta ad Acerenza, in realtà fu una "feroce" protesta per scongiurare la soppressione della diocesi. La mancata nomina del nuovo arcivescovo gettava una pietra tombale sulla diocesi più antica ed estesa della Basilicata e che aveva già dato un papa con Urbano VI, nominato arcivescovo metropolita di Acerenza e Matera dal 1363 e scelto pontefice all'unanimità, l'8 Aprile 1378. Queste immagini raccontano di un corteo guidato da don Michele Gala che attraversò le vie più importanti del paese e nelle quali si gridò a gran voce la decisa volontà degli acheruntini. La testimonianza di Canio Tiri a distanza di quasi mezzo secolo è ancora lucida nel raccontare quei giorni movimentati, " .. la cosa non piacque molto alle forze dell'orine, ma nulla fermò la decisa volontà del popolo".

Per il servizio completo vai al sito acerenzadalvero.it  clicca qui

domenica 16 novembre 2014

CRACO, PRIMO COMUNE IN BASILICATA A DELIBERARE CONTRO LO SBLOCCA TRIVELLE



Pubblicato da
Giovanna Bellizzi
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"Io come gli altri sindaci siamo Autorità Locali di Protezione Civile , io sono come altri sindaci lucani anche Autorità Locale di Pubblica Sicurezza ma denuncio che non ho mai ricevuto il Piano di gestione delle emergenze di tali infrastrutture";
Petrolio sicurezza dei cittadini e del territorio: ora si faccia il referendum e si dia ai cittadini della Basilicata il potere di decidere sul loro futuro. Un vero e proprio temporale si abbatte in questi giorni sui politici lucani che in questi mesi e in questi anni hanno sempre banalizzato e minimizzato l'impatto che le attività estrattive hanno sul territorio e la popolazione della nostra regione.
Insieme allo sblocca Italia , contro di loro si sono messi i sindaci e le amministrazioni comunali ,ormai tante,che chiedono a Pittella di impugnare gli articoli 36/37/38 , un grande movimento degli studenti , delle associazioni ambientaliste , studiosi e intellettuali , associazioni culturali artisti . Mancano il Ministero dei Beni culturali , mancano gli ordini dei medici e i medici di questa regione che stanno in silenzio. Certo mancano città significative come Matera e Potenza: siano coraggiosi Adduce e De Luca , uno aspetta i soldi delle royalties per dare attuazione all'accordo di programma per Matera 2019 , l'altro li aspetta per risanare il bilancio cittadino frutto della dissipazione storica di finanza pubblica del capoluogo di regione. Dopo avere perso oltre 100 milioni di fondi europei per i loro PISU le due città dimostrino anche loro come faccio io che senza i soldi del petrolio si può fare sviluppo , loro ancor più di me possono farlo . Penso a Matera , città capitale europea della cultura che si dovrebbe organizzare per attrarre capitali internazionali , altro che gli spiccioli delle royalties petrolifere. Il maleodorante e micidiale petrolio sta travolgendo la classe dirigente della nostra Basilicata : ci mancavano anche il grave l'incidente di Pisticci e la vera e propria bomba radioattiva che emerge ormai senza possibilità di smentite ( anche sul piano scientifico non sono contestabili le acute informazioni e riflessioni dell'ottimo Andrea Spartaco) come connaturata al ciclo estrattivo. D'altronde stiamo estraendo a profondità inaudite. Alcuni dicono che la Basilicata ha sicuramente un primato : il petrolio si estrae alle maggiori profondità del pianeta, 6000 , 7000 metri underground. Stiamo distruggendo le risorse idriche sotterranee, i fiumi , molti terreni agricoli anche per lo smaltimento abusivo e illegale dei reflui che sembra molto diffuso , lo smaltimento a Tecnoparco che fa veramente ridere sul piano tecnologico , si determina ormai da tempo un vero e proprio attacco alla salute dei cittadini. Dopo l'incidente di Bernalda di 2 anni fa ora quello di Pisticci e l'Eni dice che sono attentati dimostrando banalmente che il rischio legato alle infrastrutture di trasporto del petrolio e del gas è veramente alto: io come gli altri sindaci siamo Autoritá Locali di Protezione Civile , io sono come altri sindaci lucani anche Autoritá Locale di Pubblica Sicurezza ma denuncio che non ho mai ricevuto il Piano di gestione delle emergenze di tali infrastrutture e chiedo al Prefetto di Matera di convocare con urgenza una riunione con i sindaci e la Regione. Vorrei ricordare a tal proposito che il Piano di sicurezza del trasporto dei materiali radioattivi dovrebbe essere integrato se si conferma la presenza ( nove volte superiore all'acqua potabile) di radioattività nelle fecce petrolifere che scorrazzano dalla Val D'Agri a Pisticci scalo anche nel nostro territorio comunale.
Bene , in conclusione voglio fare un appello ai miei amici politici parlamentari , consiglieri regionali e dirigenti di partito.
Facciamo subito il referendum e chiediamo ai cittadini residenti in Basilicata se vogliono un futuro di tormenti e dolori, nero e oleoso come il petrolio o un futuro di serenità , salute e sviluppo nella libertà e trasparenza. Se vince il petrolio io mi rassegno ed eventualmente me ne vado, se vinciamo noi loro si rassegnino e in alternativa se ne vadano.



                                                                                         Pino Lacicerchia , Sindaco di Craco

domenica 9 novembre 2014

CULTURAVERSUSPETROLIO




Non è passato molto tempo da quel fatidico venerdì 17 Ottobre, quando il Ministro Franceschini ha annunciato, a nome della commissione giudicante europea, che Matera era la città italiana designata a ricoprire l’ambito ruolo di Capitale Europea della Cultura per il 2019. Un risultato straordinario, frutto del lavoro di un’intera comunità, quella lucana, che attorno ai temi della candidatura ha saputo ritrovare coesione ed unità di intenti, cosa tutt’altro che semplice alle nostre latitudini. Tutto lo scenario creativo lucano (che annovera tra le sue fila numerose partite iva, un sensibile numero di lavoratori ed un considerevole volume di affari) rappresentato da enti profit e non profit (associazioni, imprese culturali, etc.) è stato parte integrante di questo percorso verso un open future che non dobbiamo più subire, ma che noi stessi intendiamo realizzare. Il governo ha poi ratificato l’indicazione della commissione, premiando l’idea di un modello economico costruito sulla cultura: cultura come ricerca di un nuovo modo di essere comunità, di essere abitanti culturali, in armonia con lo spazio nel quale operiamo. Purtroppo, negli stessi giorni, il governo sta tragicamente investendo, dando segno di un’evidente dissociazione, su un’idea vecchia di sfruttamento di questo nostro territorio, ricorrendo al petrolio: con il D.L. n. 133 del 12 settembre 2014 cd. Sblocca Italia di fatto si liberalizza sull’intero territorio lucano, mare incluso, la sua estrazione avocando al Governo i poteri autorizzativi delle stesse, senza che le regioni possano esercitare le prerogative sancite dalla Costituzione. In pratica, se il decreto sarà convertito in legge di qui a poco la Basilicata sarà trivellata in lungo e largo e la ricerca e l’estrazione del petrolio lucano godrà di procedure accelerate e semplificate gestite direttamente a livello ministeriale. Nel dossier di candidatura ci sono i nostri progetti, dietro ogni singolo progetto c’è il sogno di vivere in una Regione che si è già incamminata in direzione di uno sviluppo sostenibile nel quale la cultura diventi scintilla per riaccendere le nostre terre attraverso l’agroalimentare, l’artigianato, la ripresa di piccole imprese, il turismo, valorizzando vecchi e nuovi saperi e attraendo in regione idee, talenti, investimenti e comunità di innovazione e di pensiero da tutto il mondo. Tutto questo per essere un modello diverso di sviluppo per il Sud, l’Italia e l’Europa. Non si può contemporaneamente investire sulla cultura e poi sfregiare quello spazio entro cui operare: sembra chiaro che un modello di sviluppo che basa il presente e il futuro di queste terre su un percorso incerto, potenzialmente dannoso e a breve termine (si veda al riguardo il sito webunmig.sviluppoeconomico.gov.it), non ha potuto e non potrà generare modelli alternativi ed innovativi di economie virtuose, quali invece potrebbero nascere anche dal nostro lavoro, dai nostri sogni e da quelli dell’intera comunità lucana che, raccogliendo la sfida di Matera 2019, ha fortemente scommesso sulla loro realizzazione. Per questo motivo chiediamo che la classe politica regionale, peraltro parte della storia di Matera 2019, compia i passi necessari (impugnare la legittimità del suddetto decreto o la eventuale legge di conversione davanti alla Corte Costituzionale sarebbe una risposta concreta ed efficace nell’immediato!) per farsi promotrice di un’idea diversa di crescita basata sulla comprensione profonda delle specifiche vocazioni territoriali, sulla cura del territorio e sulla fiducia e supporto nelle realtà che lavorano nell’ambito dei Beni Culturali e Socio-sanitari.

REDATTO E FIRMATO DA:

Agoraut – Senise (PZ); AID – Matera; AIL – Matera; AIPD Onlus – Matera; Al Parco, rivista dei Parchi di Basilicata;Allelammie – Pisticci (MT); Amici del Parco della Murgia Materana – Matera; Amici del Cuore – Matera; ANMIC – Matera; APD– Matera; Arteria – Matera; AISM – Matera; ASD La Fenice – Matera; Associazione Basilicata Mozambico; Associazione Materana Salute Mentale; AVIS – Matera; BRIO – Matera; Casa Netural – Matera; Centro Studi Yoga e Meditazione Al Jalil – Matera; Cecilia, centro per la creatività – Tito (PZ); Centro Tilt – Marconia (MT); Centro antiviolenza – Policoro (MT);Cinefabrica – Matera; Coop. Synchronos – Matera; CooperAttiva soc. coop. – Montescaglioso (MT); Culture Lucane Soc. Coop.– Matera; DIVA – Matera; DolceMente – Matera; Euro-net – Potenza; ENS – Matera; Ensemble Teatro Instabile – Montalbano Jonico (MT); Faber s.r.l. – Matera; Fare Strada – Matera; Federconsumatori – Matera; FIDAS Basilicata; Genitori H24 – Matera; GILS Onlus – Matera; Gli Artisti della Bellezza – Bernalda(MT); Globus Onlus – Bernalda(MT); Gommalacca Teatro – Potenza; IAC centro arti integrate – Matera; Ipogea Soc. Coop. – Matera; Il Querceto – Marsicovetere (PZ); La MandragolaTeatro – Villa D’Agri (PZ); LiberMedia – Matera; Lucania Film Festival; Lucanima – Potenza; Lucani in Perù; Materacea s.r.l.;Materahub; Matera Sports Academy; Matera International FICTS Festival; Minerva Scienza – Matera; MOM – Mamme materane all’opera; Murgiamadre Soc. Coop.- Matera; Namavista – Pisticci(MT); Network BasilicataCinema; Noeltan Srl – Potenza; Officine Frida – Matera; Onyx Jazz Club – Matera; Phonetica – Cassano Murge (BA); Potenza Film Festival; RagnatelaFolk – Matera; Respirare Sinapsi – Oppido Lucano; Rete Cinema Basilicata; SassieMurgia – Matera; Sporting Club Disable Onlus – Matera; SUD “Gigi Giannotti” – Nova Siri (PZ); Terre Joniche; UISP – Matera; UNIVOC – Grassano(MT); Women’s Fiction Festival; Vulcanica – Rionero in Vulture(PZ); Zer0971 – Potenza;

ADESIONI:

Moviementu-Rete Cinema Sardegna – Cagliari; Basilicata 1799 – Potenza; Yoga Matha – Matera; Basilicata Link – Matera;Associazione Link – Altamura; Francesca Magistro Fotografa – Colonia, Compagnia teatrale Petra – Satriano di Lucania;Matera LUG – Matera; Rossana Caglia, Out of the Ghetto – Londra; Roberto di Marzio, Mottasquiem – Matera; Tommaso Schiuma, Schiuma Post Design – Matera; Ina Macaione, docente Unibas - Matera; Ass. Il ponte sul futuro – Matera, Abito in scena – Potenza; A.S.D. NEI GONG – Matera; Centro Social Pet – Matera; Flavia Sorrentino – portavoce Unione Mediterranea- Napoli; Marco Esposito – segretario Unione Mediterranea - Napoli; Al Varco -Tramutola(PZ); Osservatorio Lucano - Lavello(PZ); Anna Longo – Matera; Associazione Corale Cantori Materani – Matera; Alma Antropologia Arte Territorio – Villa San Giovanni (RC); Il giardino degli ulivi - Marsicovetere(PZ); Associazione Medici Volontari per Lavoratori Stranieri TOLBA’ - Matera; Acerenza dal vero – Acerenza; Jazz Club Acerenza – Acerenza;

PER ADERIRE SCRIVI A: culturaversuspetrolio@gmail.com