Da trmh24
venerdì 12 settembre 2014
NO DAL CONSIGLIO REGIONALE DELLA PUGLIA ALLE TRIVELLE DI RENZI
Dal sito olambientalista.it
A differenza dei quanto sta accadendo in Basilicata ove il Consiglio Regionale ha votato una “risoluzione” pro trivelle, per il Consiglio Regionale della Regione Puglia Renzi «non deve compromettere con la minaccia di pessimo e scarso petrolio l’economia della Puglia che si affida alle acque pulite dell’ Adriatico e dello Ionio»: è questa la sintesi del documento che il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, consegnerà al premier Matteo Renzi nel corso della cerimonia di inaugurazione della 78/a edizione della Fiera del Levante di Bari, sabato prossimo.
Il presidente del Consiglio Regionale Puglia, Introna |
A differenza dei quanto sta accadendo in Basilicata ove il Consiglio Regionale ha votato una “risoluzione” pro trivelle, per il Consiglio Regionale della Regione Puglia Renzi «non deve compromettere con la minaccia di pessimo e scarso petrolio l’economia della Puglia che si affida alle acque pulite dell’ Adriatico e dello Ionio»: è questa la sintesi del documento che il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, consegnerà al premier Matteo Renzi nel corso della cerimonia di inaugurazione della 78/a edizione della Fiera del Levante di Bari, sabato prossimo.
Il contenuto del documento è stato esaminato in un incontro svoltosi oggi alla Regione Puglia nel corso del quale Introna ha riunito gli «stati generali» del movimento anti-trivelle (Comuni e associazioni ambientaliste) che dice «no alle torri petrolifere off-shore, sì alla difesa del futuro dei pugliesi e per valorizzare la scelta della Puglia di uno sviluppo ecosostenibile».
«Ho voluto incontrare le Amministrazioni comunali e le associazioni ambientaliste – sottolinea Introna – per riflettere sul contenuto di una nota che intendo consegnare al presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi» e per evidenziare che «la Puglia è leader delle produzioni energetiche rinnovabili – ma anche fossili, con le centrali di Cerano e Taranto – ed è capofila delle Regioni che hanno adottato proposte di legge alle Camere per la moratoria della ricerca di idrocarburi nei fondali». Il Consiglio regionale pugliese ha promosso un confronto del territorio «per mandare un messaggio al Governo nazionale: le scelte ambientali si fanno insieme ai pugliesi, non sulla loro testa».
«Tutte le amministrazioni comunali che si affacciano sui mari sono sulla nostra linea: testarda e intransigente contro il petrolio ma aperta al dialogo», ha sottolineato Introna. «E con la rete ambientalista abbiamo voluto affrontare i temi da illustrare al premier, per esporre le preoccupazioni sulle ricadute delle norme ‘sblocca trivelle’ contenute del Decreto Sblocca Italia. Non è un presa di posizione ideologica, ma partiamo dalla consapevolezza – sottolinea il presidente del Consiglio regionale – di offrire già un contributo maggioritario alla bolletta energetica nazionale, con la produzione da fonti fossili e rinnovabili, che supera di molto le esigenze regionali».
«Ho voluto incontrare le Amministrazioni comunali e le associazioni ambientaliste – sottolinea Introna – per riflettere sul contenuto di una nota che intendo consegnare al presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi» e per evidenziare che «la Puglia è leader delle produzioni energetiche rinnovabili – ma anche fossili, con le centrali di Cerano e Taranto – ed è capofila delle Regioni che hanno adottato proposte di legge alle Camere per la moratoria della ricerca di idrocarburi nei fondali». Il Consiglio regionale pugliese ha promosso un confronto del territorio «per mandare un messaggio al Governo nazionale: le scelte ambientali si fanno insieme ai pugliesi, non sulla loro testa».
«Tutte le amministrazioni comunali che si affacciano sui mari sono sulla nostra linea: testarda e intransigente contro il petrolio ma aperta al dialogo», ha sottolineato Introna. «E con la rete ambientalista abbiamo voluto affrontare i temi da illustrare al premier, per esporre le preoccupazioni sulle ricadute delle norme ‘sblocca trivelle’ contenute del Decreto Sblocca Italia. Non è un presa di posizione ideologica, ma partiamo dalla consapevolezza – sottolinea il presidente del Consiglio regionale – di offrire già un contributo maggioritario alla bolletta energetica nazionale, con la produzione da fonti fossili e rinnovabili, che supera di molto le esigenze regionali».
giovedì 11 settembre 2014
PETROLIO IN BASILICATA
Il Tar sblocca nuove ricerche
"'L'attacco frontale delle trivelle al territorio lucano questa volta non viene dal governo Renzi ma dagli stessi apparati istituzionali regionali, colpevoli - secondo la Ola - di aver imbastito a tavolino un ''meccanismo infernale'' basato su atti amministrativi carenti e viziati, imputabili ad alcuni uffici regionali. Essi consentono oggi alle compagnie minerarie di ottenere, cosi' come e' avvenuto per l'eolico selvaggio, le autorizzazioni tramite ricorsi dagli esiti scontati alla giustizia amministrativa, con il ruolo della Regione Basilicata di Ponzio Pilato''. La Ola teme un effetto a catena per altre cinque mancate intese che potrebbero essere ''oggetto di analoghe possibili sentenze del Tar favorevoli alle compagnie minerarie''.
(Adnkronos)
TRIVELLE IN BASILICATA E SICILIA: EVVIVA LA COERENZA DI RENZI
Il futuro del nostro paese è lontano dai combustibili fossili:
il futuro del nostro paese è l’efficienza energetica,
l’innovazione e l’uso delle rinnovabili.
Matteo Renzi, 21 Novembre 2012, Le Scienze
Quando io penso che siamo in una crisi energetica che voi tutti conoscete, e abbiamo un sacco di petrolio in Basilicata o in Sicilia che non tiriamo su per problemi dei comitati di turno, io dico eh bè, vorrà dire che perderò qualche voto ma la norma per sbloccare e per tirar su il petrolio in Basilicata e in Sicilia, creando posti di lavoro in Basilicata e in Sicilia e consentendo a questo paese di vincere la sfida energetica, io la norma la faccio, anzi l’ho già fatta. Vada come deve andare”.
Matteo Renzi, 6 Settembre 2014, Rubinetterie Bresciane, Gussago (Brescia)
Evviva la coerenza!
Tutto questo lascia avviliti e affranti per la piccolezza intellettuale e per l’ignoranza di chi parla.
In Basilicata non c’è “un sacco di petrolio“. In Basilicata c’è un giacimento di petrolio che facilmente potrebbe essere lasciato sottoterra se decidessimo di usare al meglio tutto il resto: risparmio energetico, rinnovabili e intelligenza, come diceva lo stesso Matteo Renzi meno di due anni fa.
Ma poi perché Renzi ha cambiato idea? Perché ce l’ha su con i comitatini? Non lo so, ma la mia piccola esperienza nei palazzi romani mi porta ad immaginare che non sia facile resistere alle lobby, alle pressioni e alle voci di tutti quelli che con il petrolio hanno da guadagnarci sopra. Sono organizzati, hanno le tasche profonde, e non hanno niente altro da fare. Ecco allora che è più facile cedere ai petrolieri e compari, e prendersela con i “comitatini”, che chiamati così, in modo quasi spregiativo, sono solo enti astratti, e non persone, madri e padri di famiglia che lottano eroicamente contro poteri molto più grandi di loro e che vogliono sono l’aria sana. Persone nobili, direi.
In tutto questa faccenda mi fanno un po’ tenerezza – per essere gentili – i vari governatori di Basilicata e di Sicilia. Cosa diranno? Avranno il coraggio di andare contro il primo ministro e le sue scellerate politiche o invece se ne staranno buoni ad obbedire e a far quadrare il cerchio, sacrificando le proprie genti e i propri mari e i propri campi? Veramente Marcello Pittella e Rosario Crocetta non riescono a vedere la realtà lampante di Gela e di Viggiano? Veramente ne vogliono delle altre per le loro regioni?
Ma la persona che io vorrei interpellare più di tutte è Agnese Renzi.
Le chiederei: ma lei non ha figli? Pensa anche lei il futuro dell’Italia e del pianeta sia ancora nel fare buchi? Non lo vede che l’Italia è tutta densamente abitata e che non esiste una sola località da trivellare senza rovinare l’ambiente e l’abitato circostante? E se trivellassimo vicino alla scuola dei suoi figli? Vicini all’ospedale della sua città? Che ne pensa Agnese Renzi *da mamma* alle trivelle? Da mamma che vuole dare sicuramente ai propri figli tutto quello che di buono gli si può dare: la serenità, una buona istruzione, viaggi, l’apertura al mondo, il diritto di realizzarsi.
… e l’aria pulita? Perché quella no? Senza l’aria sana non c’é niente altro. Perché i bambini di Gela e di Viggiano e delle città al petrolio presenti e future non la meritano? Chi sono i petrolieri per poter prepotentemente prendersi i nostri campi, la nostra aria, la nostra salute?
Matteo Renzi conclude con “Vada come deve andare”. No. Qui non si tratta di una partita di calcio, qui si tratta di vita che è troppo preziosa per farci giochi ed esperimenti sopra da parte di un primo ministro improvvisato che ieri diceva una cosa, e oggi ne dice un’altra.
Qui Gela – Italia, teoricamente il primo mondo nel 2014
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